mercoledì 29 novembre 2017

Sentieri, giardini, piste ciclabili fotoluminescenti in Italia


Pista ciclabile nella natura al tramonto


A novembre si sono svolte in contemporanea a Rimini le fiere Ecomondo e Key Energy, appuntamenti imperdibili per chi vuole essere aggiornato sulle novità nei vari settori della green economy (Ecomondo) e delle energie rinnovabili (Key Energy).

Tra le aziende presenti c’era la Bright Materials, che si occupa di applicazioni fotoluminescenti industriali.
L’azienda veneta ha presentato il proprio prodotto: il sentiero fotoluminescente.
Esempi di progetti simili si trovano in Polonia e in Olanda, dove ci sono piste ciclabili che si illuminano al buio.
Anche in Italia questa idea è realizzabile: parchi, giardini, piste ciclabili possono diventare visibili anche dopo il tramonto del sole senza bisogno di ricorrere all’illuminazione artificiale.

La Bright Materials produce graniglie vetrose applicabili nei percorsi (direttamente nel composto dell’asfalto oppure sopra di esso). Esse in seguito all’esposizione, anche per brevi lassi di tempo, a fonti luminose naturali o artificiali garantiscono un effetto luminescente duraturo, variabile dalle 3 alle 10 ore, in base alle tecniche e ai materiali usati.
Per creare queste graniglie non vengono impiegate sostanze tossiche e il risultato ottenuto permette un considerevole risparmio energetico.


      

giovedì 23 novembre 2017

Arya rileva la qualità dell’aria domestica e aiuta a migliorarla

L’inquinamento è una questione molto preoccupante che affligge le città di ogni angolo del Pianeta.
Ultimamente nel Nord Italia la situazione si è aggravata, con Torino detentrice della maglia nera per quanto riguarda i livelli di polveri sottili raggiunti.
E proprio dal capoluogo piemontese arriva una novità: Arya.

Nell’I3P (Incubatore Imprese Innovative del Politecnico di Torino), all’interno del percorso Treatabit, si trova la start-up Nova Smart Home, che progetta dispositivi intelligenti per la casa.
Spesso ci si dimentica che l’inquinamento non si trova solo all’aria aperta, ma anche all’interno degli edifici.
Per conoscere e cercare di migliorare la situazione degli ambienti in cui viviamo, Nova Smart Home ha ideato Arya: si tratta di un dispositivo in grado di raccogliere dati come la luminosità, l’umidità, la temperatura, il rumore, il CO, la CO2, i VOC (composti organici volatili). In questo modo si può monitorare la qualità dell’aria, l’inquinamento in una stanza.
Gli utenti possono comunicare con il congegno tramite voce, grazie ad un microfono integrato.  
Inoltre, Arya interagisce con eventuali altri dispositivi connessi e offre suggerimenti per apportare migliorie.
Si possono controllare i valori anche quando non si è in casa, grazie alla app da installare nello smartphone.


Per restare in contatto con la start-up e i suoi progetti: www.novasmarthome.com 


         

domenica 12 novembre 2017

Olanda: la prima pista ciclabile con carta igienica riciclata

L’Olanda è un Paese amante delle due ruote e questo è testimoniato anche dai circa 35000 chilometri di piste ciclabili su cui la popolazione circola ogni giorno.

In Frisia, una provincia situata a nord del Paese, da circa un anno esiste un chilometro di strada molto particolare. Il suo capoluogo Leeuwarden è infatti collegato alla cittadina di Stiens mediante un tratto di pista ciclabile realizzato anche con la carta igienica riciclata (primo caso al mondo).
È certamente curioso e molto strano immaginare di pedalare su qualcosa ottenuto dalle fognature, eppure l’Olanda è riuscita a farlo e con ottimi risultati.

La cellulosa, di cui è composta la carta igienica, è molto utile a livello industriale.
Per recuperarla occorre un particolare impianto che filtra le fibre della carta dalle acque di scarto, le pulisce, le sterilizza e le asciuga.
Il risultato è un materiale morbido che viene aggiunto all'OGFC (Open-Graded Friction Course), un tipo di asfalto poroso e permeabile all’acqua.
Il composto ottenuto permette, in caso di pioggia, di assorbire più rapidamente l’acqua dalla superficie stradale, limitando il problema della scivolosità.

L’asfalto che ricopre quel chilometro di pista risulta del tutto simile a quello usato negli altri tratti, i ciclisti affermano di non notare differenze, e a distanza di un anno la tenuta è ottima.

Attualmente si sta ragionando su altri eventuali impieghi per questo tipo di cellulosa, oltre naturalmente alla concreta possibilità di usarla per asfaltare nuovi tratti stradali.

               

lunedì 6 novembre 2017

Parigi: stop auto a benzina dal 2030


Parigi, la Tour Eiffel avvolta dallo smog
Smog. Tour Eiffel, Parigi


Pochi mesi fa, il governo francese ha annunciato il divieto di vendita di auto alimentate a benzina e a gasolio entro il 2040. (Francia: il piano per ridurre l’inquinamento atmosferico)

Parigi ha scelto di accelerare i tempi anticipando la svolta verso una mobilità più sostenibile di un decennio. Al momento, non si tratta di un vero e proprio divieto, ma di un traguardo che l’amministrazione parigina crede fermamente di poter raggiungere entro il 2030.
L’idea di Anne Hidalgo, sindaco della capitale francese, è addirittura di bandire le auto diesel prima dei Giochi Olimpici del 2024.

La decisione di affrettare l’addio alle auto a benzina e a gasolio è dovuta alla salute dei cittadini.
Questo è un problema che ormai riguarda ogni parte del globo. I livelli di inquinamento atmosferico e di polveri sottili peggiorano sempre più, provocando disturbi che vanno dal bruciore di occhi e gola a patologie ben più gravi, che colpiscono fin dalla giovane età. Sempre più diffusi sono i casi di asma anche tra i bambini e le malattie respiratorie.
Le stime dei decessi nei vari Paesi dovuti all’inquinamento sono ogni anno più alte e allarmanti. 
Molte città e intere Nazioni stanno cercando di porre un freno all’attuale situazione indirizzando le proprie politiche verso soluzioni più ecologiche e rispettose di quell’ambiente che stiamo distruggendo, con conseguenze spaventose non solo per la Terra ma anche per noi stessi, per ogni singolo individuo.

L’amministrazione parigina si è prefissata come obiettivo la riduzione dei gas serra in tempi relativamente veloci e per questo alcune aree della città sono state pedonalizzate, vietando così la circolazione dei veicoli; sono state istituite giornate ecologiche (senza auto) e sono previste sanzioni per chi guida mezzi di oltre vent’anni. Inoltre, Anne Hidalgo ha intenzione di sviluppare ulteriormente i servizi di mobilità pubblica e di bike e car sharing.
A tutto questo si aggiunge il nuovo progetto, che prevede appunto di dire basta ai veicoli a benzina e a gasolio entro il 2030 e di vietare la circolazione dei diesel già nel 2024, anno in cui Parigi ospiterà le Olimpiadi estive.
La questione inquinamento incombe e la città non può e non vuole più aspettare.

     


lunedì 30 ottobre 2017

Il ritorno del “vuoto a rendere” in Italia


Bottiglie vuote per vuoto a rendere


In alcuni Paesi è una pratica molto diffusa e un tempo anche in Italia veniva usato questo sistema.
Il 10 ottobre, dopo anni di attesa (una proposta di legge era stata presentata già nel lontano 2009), è entrato in vigore il provvedimento che decreta il ritorno in Italia del “vuoto a rendere”.

Come funziona: al momento dell’acquisto, il consumatore paga una cauzione compresa tra i 5 e i 30 centesimi, in base al volume della confezione. Gli imballaggi vuoti possono essere riconsegnati in cambio della restituzione della cauzione versata.

Il provvedimento riguarda i contenitori di birra e acqua di volume compreso tra 0,20 e 1,5 litri e non comporta aumenti dei prezzi per il consumatore.
È prevista una fase sperimentale su base volontaria di un anno.  
Gli esercenti che scelgono di aderire all’iniziativa espongono un simbolo all’ingresso dei propri locali.

L’obiettivo è di informare e sensibilizzare i consumatori e i commercianti sull’importanza del riutilizzo di imballaggi monouso, con la conseguente riduzione della produzione di rifiuti e dell' inquinamento. Ogni contenitore potrà essere riutilizzato fino a dieci volte, prima di essere smaltito in maniera definitiva.
Il periodo di sperimentazione servirà per valutare se confermare questo tipo di sistema e anche per capire se può essere esteso ad altri generi di prodotto.


     

lunedì 23 ottobre 2017

Solo due pulcini sopravvissuti in una colonia di pinguini

Pinguino nel suo habitat naturale


Pochi giorni dopo la moria di ippopotami in Africa (Oltre 100 ippopotami morti nel Bwabwata National Park), il mondo animale ha subito nuove grandi perdite: in una colonia composta da circa 18000 coppie di pinguini solo due pulcini sono riusciti a sopravvivere.

L’episodio si è verificato in Antartide. I ricercatori hanno spiegato che il ghiaccio marino quest’anno si è esteso in modo insolito, con una quantità molto superiore alla media, e questo ha costretto i pinguini a compiere viaggi più lunghi per cercare il cibo con cui nutrire i propri piccoli, che hanno atteso in balia del freddo, delle piogge e della fame.
Una situazione analoga si era verificata nel 2013 e in quel caso nessun pulcino si era salvato.  

Pinguini sul ghiaccio


La zona è da tempo minacciata dai cambiamenti climatici-ambientali, ai quali si aggiunge una possibile apertura alla pesca; per questo il WWF chiede l’istituzione di un’area marina protetta, allo scopo di prevenire ulteriori rischi e cercare di salvaguardare la fauna del luogo.


            

martedì 17 ottobre 2017

Oltre 100 ippopotami morti nel Bwabwata National Park

Ippopotamo con il suo cucciolo


Pochi giorni fa, immagini impressionanti sono giunte dal Bwabwata National Park: nell’area, situata nel nord-est della Namibia e vasta più di 6000 chilometri quadrati, sono stati trovati oltre 100 ippopotami morti, con i corpi riversi nell’acqua bassa del fiume e le zampe rigide e tese nell’aria.

Sono in corso accertamenti, ma la probabile causa di questi decessi è l’antrace.
Le autorità locali hanno caldamente invitato la popolazione a non mangiare la carne di questi animali e a non entrarci neanche in contatto.
Il batterio dell’antrace solitamente colpisce gli animali erbivori, ma può essere molto pericoloso e letale anche per l’uomo.

Non è la prima volta che si verifica una situazione del genere in Africa: nel 2004 e nel 2010 in Uganda sono morti numerosi animali dopo aver bevuto acqua contaminata dall’antrace.


   

martedì 10 ottobre 2017

Nelle Filippine sorgerà l’eco-resort Nautilus

La biodiversità marina offerta dalle 7641 isole e dai 266000 chilometri quadrati di coste delle Filippine è incredibile. Ed è in pericolo.
Il turismo sfrenato e irresponsabile, l’inquinamento sempre più in espansione e devastante (con enormi quantità di plastica a soffocare flora e fauna), l’eccessivo sfruttamento della pesca e il cambiamento climatico in generale stanno distruggendo l’ecosistema e mettendo a dura prova quello che rimane.

Per cercare di proteggere e rispettare quei luoghi, l’architetto belga Vincent Callebaut ha progettato il Nautilus Eco-Resort.
Sorgerà nell’arcipelago di Palawan e sarà interamente costruito con materiali riciclati presenti in loco.
Nel rispetto di un’ottica anti-spreco, i rifiuti prodotti verranno riutilizzati in seguito ad un processo di trasformazione in nuove risorse.
L’idea prevede che il Resort sia autosufficiente sia dal punto di vista energetico sia da quello alimentare, grazie all’uso di fonti rinnovabili e della permacultura.
Le facciate e i tetti saranno ricoperti da piante e pannelli fotovoltaici. L’energia prodotta in eccesso verrà distribuita alla popolazione locale, in modo tale da renderla autosufficiente.

Il Nautilus sarà costituito da 12 alberghi a forma di conchiglia, caratterizzati da spazi espositivi nei piani inferiori nei quali verranno illustrate le problematiche socio-culturali e ambientali dell’area, e da altrettante torri a spirale, che ospiteranno gli appartamenti. L’elemento distintivo di queste torri è che ruoteranno sul proprio asse durante la giornata, per seguire i movimenti, e quindi la luce, del sole.
Oltre agli appartamenti e ai piccoli hotel, è prevista la presenza di un centro di ricerca, un centro sportivo, una base nautica e una scuola elementare.
Gli edifici saranno collegati tra loro formando una spirale che ricorda la natura: le piante, le conchiglie, l’armonia.


Per vedere le belle foto del progetto e scoprire ulteriori dettagli: www.vincent.callebaut.org 


            

mercoledì 4 ottobre 2017

Un'auto a idrogeno per i Carabinieri

Trentino-Alto Adige. Pochi giorni fa, l’Arma dei Carabinieri ha ricevuto in dotazione un’auto ad idrogeno.
Si tratta di una Hyundai ix35 Fuel Cell da 136 CV, un veicolo senza emissioni nocive (dal tubo di scarico esce vapore acqueo), che può coprire una distanza di 594 km con un pieno.
Il Suv è stato fornito da Autostrada del Brennero e verrà usato soprattutto per il pattugliamento nei parcheggi dei mezzi pesanti lungo la A22 e nelle zone adiacenti al tratto autostradale. 


  

domenica 17 settembre 2017

Sudafrica: condanna a 20 anni per un bracconiere di rinoceronti


Rinoceronte con cucciolo nella natura


Mapoyisa Mahlauli, trentenne originario del Mozambico, è stato arrestato nel 2016 in Sudafrica, nel Kruger National Park. L’uomo aveva con sé un fucile e corni di rinoceronte. Era in compagnia di un complice, riuscito a fuggire.

Pochi giorni fa, l’accusa di bracconaggio si è trasformata in una condanna a 20 anni di carcere.
Per la polizia locale questa sentenza è un messaggio deciso diretto a tutti i potenziali bracconieri.

In Sudafrica si trovano circa 20000 rinoceronti, che costituiscono l’80% della popolazione mondiale, e ogni anno circa un migliaio di essi viene ucciso.
I corni di questi animali sono molto richiesti nel mercato nero asiatico per le presunte proprietà medicinali.




sabato 2 settembre 2017

Cibi pronti: una pericolosa comodità

I cibi pronti sono considerati una grandissima comodità dalla maggior parte delle persone. Tra lavoro, studio e impegni di ogni genere, in quanti trovano il tempo e la voglia di prepararsi tutto in casa? E così riempiamo i carrelli della spesa con merendine confezionate (brioches, biscotti, dolcetti vari), gustosi cibi surgelati già pronti (bastano pochi minuti di cottura e abbiamo un bel piatto di pasta con condimenti vari, secondi, contorni e chi più ne ha più ne metta).
Tutto fantastico... almeno all’apparenza. Già, perché in realtà di solito questi cibi non sono il massimo per il nostro organismo. Sono ricchi di additivi spesso nocivi e abbastanza inutili: abbiamo proprio bisogno di avere un pacco di brioches che scade dopo mesi e mesi? O di una cosa talmente perfetta nell’aspetto, ma che magari non ha neanche un sapore entusiasmante, da sembrare finta?

Inoltre, per la loro realizzazione solitamente vengono preferiti ingredienti che costano meno, pieni di pesticidi o grassi saturi, in modo da avere un guadagno maggiore... la nostra salute intanto ci perde, così come il portafogli, dato che anche i cibi con ingredienti scadenti o dannosi non vengono di certo regalati.

Avete mai notato, ad esempio, tra gli ingredienti una serie di "E" seguita da numeri? Con quelle sigle vengono indicati gli additivi.
I numeri tra 100-199 si riferiscono a coloranti; tra 200-299 a conservanti; tra 300-399 ad antiossidanti e correttori di acidità; tra 400-499 ad addensanti, stabilizzanti ed emulsionanti; tra 500-599 a regolatori di acidità e antiagglomeranti; tra 600-699 ad esaltatori di sapidità; ecc.. 

Alcuni additivi sono naturali, ma molti sono chimici.
Sono proprio tutti necessari? Un tempo le nonne e le mamme preparavano tutto in casa, al naturale, con ingredienti semplici e, paradossalmente, oltre ad essere tutto più genuino era anche più buono.  

Adesso invece assumiamo ogni giorno, o quasi, ingredienti anche altamente nocivi. È il caso, ad esempio, degli additivi E320 e E321 (Gli additivi E320 e E321 (butilidrossianisolo o BHA e butilidrossitoluene o BHT)).

L’elenco di sostanze che ingeriamo che provocano anche solo piccoli disturbi quotidiani è davvero vasto. Mi riferisco a bruciore di stomaco, nausea, irritazioni al tubo digerente e via dicendo... Tutte cose che, oltre ad essere fastidiose nel momento in cui le proviamo, a lungo andare possono danneggiare più seriamente il nostro corpo.


Come mai i produttori usano regolarmente questi ingredienti, non dovrebbero essere illegali? No, è tutto nella norma. Alcune sostanze, nel corso degli anni, hanno subito divieti o limitazioni in seguito a studi approfonditi; altre sono ancora sotto esame.
Generalmente, vengono stabiliti dei limiti nel dosaggio: per fare il tale prodotto si può usare al massimo tot di quell’ingrediente. Rispettando queste quantità la sostanza non dovrebbe provocare particolari danni all’organismo.
Veniamo però ai punti chiave:
1. Se mangio più alimenti (magari a mia insaputa, perché non sono tenuta/o a conoscere tutto il mondo degli additivi) che contengono il tale additivo, supero facilmente la dose massima giornaliera ritenuta “innocua”.  
2. Si conoscono i “difetti” dei singoli ingredienti, ma più additivi insieme (le varie portate di un pasto o comunque i vari cibi che si mangiano nel corso di tutta una giornata) come interagiscono tra loro? Altro problema.  
3. Quest’ultimo punto, infine, è molto soggettivo. A me, personalmente, poco importa di una dose giornaliera considerata sicura: se una sostanza è classificata come nociva, mi provoca fastidi digestivi, irritazioni e in alcuni casi può addirittura essere cancerogena, preferirei non assumerne neanche una particella minuscola. 


Purtroppo, nel mondo moderno è praticamente impossibile evitare del tutto l’assunzione di additivi, pesticidi e altre cose insalubri; però possiamo informarci, leggere attentamente le etichette, preferire i prodotti biologici quando è possibile e fare tante altre piccole cose per cercare almeno di ridurre la quantità quotidiana di queste sostanze.


     

sabato 26 agosto 2017

Volvo: addio auto tradizionali, dal 2019 solo ibride ed elettriche

Volvo, casa automobilistica svedese rilevata dal produttore di auto cinese Geely nel 2010, ha da poco dichiarato il suo addio alle auto tradizionali: a partire dal 2019, infatti, fabbricherà esclusivamente veicoli ibridi o elettrici.

Nei prossimi anni verranno lanciati cinque modelli elettrici, tre dei quali del marchio Volvo e due del partner Polestar.
Entro il 2025 la casa automobilistica svedese conta di mettere sul mercato un milione di vetture.  

Questa decisione rivoluzionaria guarda al futuro: è infatti crescente la richiesta di mezzi sostenibili e sempre più Paesi stanno pianificando il passaggio dai motori a benzina e diesel ai veicoli elettrici, con l’obiettivo di avere città più pulite attraverso la riduzione delle emissioni nocive.

Volvo è il primo grande produttore automobilistico a compiere una scelta simile e questo, unito ai potenziali margini di crescita del settore elettrico, potrebbe rivelarsi una spinta per le altre grandi aziende a credere e investire maggiormente in questo tipo di veicoli in tempi più brevi.


     

venerdì 18 agosto 2017

Regno Unito: dal 2040 solo auto ad emissioni zero

Auto in mezzo al traffico


Poco tempo dopo la Francia (Francia: il piano per ridurre l’inquinamento atmosferico), anche il Regno Unito annuncia la data di addio alle auto a benzina e gasolio. E anche in questo caso il divieto di vendita scatterà nel 2040.

L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’aria che, a detta del governo, sta mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini.
Secondo alcuni dati, infatti, nel Regno Unito gli elevati livelli di inquinamento atmosferico provocano ogni anno il decesso di circa 40000 persone, di cui 9000 a Londra.

Il provvedimento prevede il divieto di vendita di veicoli con motore a benzina o diesel, inclusi i modelli ibridi, a partire dal 2040 e, inoltre, dal 2050 potranno circolare esclusivamente mezzi a zero emissioni, ossia a idrogeno o elettrici.

Sono anche stati stanziati dei fondi destinati al miglioramento della viabilità in generale, alla creazione di nuove piste ciclabili, all’uso di autobus ecologici.


    

lunedì 7 agosto 2017

Isole Cook: Marae Moana, la riserva marina più grande al mondo


La natura nelle Isole Cook


Le Isole Cook fanno parte dell’Oceania e sono situate nell’Oceano Pacifico. L’arcipelago è composto da 15 isole, famose per la loro bellezza e meta sognata da tanti turisti.

Proprio per salvaguardare la purezza di questi posti, l’ex giocatore di rugby Kevin Iro da anni cerca di rendere più consapevoli e partecipi le persone e le istituzioni riguardo i rischi ambientali corsi dalle Isole.
L’ex campione, tornando nelle Isole Cook con la famiglia al termine della carriera agonistica, ha notato vari cambiamenti: ad esempio, i colori dei fondali marini e delle barriere coralline sono più spenti, non più vivaci e brillanti come un tempo.
Iro ha quindi deciso di dedicarsi alla battaglia ambientalista con la speranza di far tornare a risplendere l’oceano.      

E finalmente si è giunti ad un grande traguardo: il Parlamento si è infatti espresso a favore della creazione di Marae Moana, che diventerà la riserva marina più estesa al mondo.
Si tratta di un’area protetta vasta 1,9 milioni di chilometri quadrati che nasce, appunto, con l’obiettivo di preservare i fondali, la fauna, le barriere coralline e tutto ciò che rende questi luoghi dei veri e propri paradisi terrestri.
In una zona della riserva sarà completamente vietata la pesca, mentre nella parte restante si potrà pescare ma in maniera sostenibile, cercando di rispettare il più possibile la natura.


    

lunedì 31 luglio 2017

Francia: il piano per ridurre l’inquinamento atmosferico


Dettaglio di un'auto


All’inizio di luglio, il ministro francese Nicolas Hulot ha reso noto il piano per abbattere le emissioni nocive che rendono l’aria irrespirabile.

Il primo punto prevede che entro il 2040 non possano più essere vendute auto alimentate a benzina e a gasolio.
L’obiettivo finale, però, è di riuscire ad avere in circolazione solo mezzi ad emissioni zero entro il 2050.

Per andare incontro ai cittadini, il ministro ha assicurato che verranno messi a disposizione degli incentivi per chi sostituirà auto molto vecchie a benzina o diesel.

Inoltre, tra i vari provvedimenti in programma, saranno vietati permessi per l’estrazione di petrolio nel Paese, verrà ridotta la quota di produzione di energia nucleare e, entro il 2022, è prevista la chiusura delle centrali a carbone.


     

lunedì 24 luglio 2017

I benefici dell’olio di mandorle dolci


Olio di mandorle dolci


L’olio di mandorle dolci è molto conosciuto per il suo uso preventivo contro le smagliature durante la gravidanza, ma in realtà tutti possono godere dei suoi benefici nella normale quotidianità.

Ovviamente è consigliabile acquistare un prodotto 100% puro, senza quindi l’aggiunta di altri ingredienti, e ottenuto dalla spremitura a freddo delle mandorle. In questo modo, l’olio conserva inalterate tutte le qualità del frutto.

Grazie alle sue proprietà elasticizzanti, emollienti, idratanti, nutritive e lenitive, l’olio di mandorle dolci è adatto a qualsiasi tipo di pelle, ed è un vero e proprio toccasana per la pelle secca, arida, screpolata, arrossata o irritata.
Viene usato anche per rinvigorire e proteggere i capelli, soprattutto quelli secchi, sfibrati e crespi, sia in città che al mare, dove il sole e la salsedine giocano brutti scherzi.


   

venerdì 14 luglio 2017

Un enorme iceberg si è staccato dall’Antartide

Un iceberg di dimensioni maggiori dell’intera Liguria si è staccato dalla penisola antartica.
L’enorme blocco di ghiaccio, di circa 5800 chilometri quadrati, era tenuto sotto osservazione dal 2014, a causa della grossa frattura che si estendeva a velocità sempre maggiore negli ultimi tempi.
Tra il 10 e il 12 luglio è avvenuto il distacco. I ricercatori affermano che questo non provocherà effetti imminenti sull’innalzamento del livello dei mari, perché l’iceberg stava già galleggiando e quindi anche sciogliendosi non cambierà in modo significativo il volume dell’acqua.
Gli scienziati sono però preoccupati per la parte restante della piattaforma di ghiaccio nell’Antartide, resa più instabile da quanto avvenuto e di conseguenza potenzialmente soggetta a nuovi distacchi o ad un possibile collasso nel futuro. 
Al momento non si possono fare previsioni, non ci sono certezze. Solo con il tempo si scoprirà l’evolversi della situazione.
     
  

giovedì 6 luglio 2017

Orso grizzly non più a rischio: torna il pericolo caccia?


Orso grizzly


L’orso grizzly di Yellowstone non è più considerato un animale a rischio di estinzione.
Negli ultimi 40 anni il numero degli esemplari nella riserva è cresciuto da 136 a circa 700 e questo, secondo la United States Fish and Wildlife Service (FWS), è sufficiente per togliere l’animale dall’Endangered Species Act (ESA).
Quest’ultima è la lista delle specie protette creata nel 1973 ed è gestita da due agenzie del governo federale degli USA: United States Fish and Wildlife Service e National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).

Orso grizzly sdraiato


In teoria questa sarebbe una buona notizia, il problema è che, non godendo più della protezione federale, l’orso grizzly sarà tutelato solo all’interno della riserva, mentre al di fuori di essa potrà essere nuovamente soggetto alla caccia, a seconda delle leggi dei singoli Stati in cui si estende lo Yellowstone National Park (Wyoming, Idaho e Montana).
Di conseguenza, al temporaneamente scongiurato pericolo di estinzione si sovrappone una nuova incertezza per il futuro di questa specie.
All’inizio la situazione verrà monitorata per controllare che il numero degli esemplari non scenda sotto i 600.

Nel XIX secolo, in America, i grizzly erano più di 50000, ma anni e anni di caccia sfrenata hanno decimato la popolazione.
I 700 esemplari di Yellowstone sembrano davvero un numero così elevato da permettere di nuovo che vengano cacciati? 

Gruppi di ambientalisti e tribù di Nativi Americani sono pronti a scendere in campo per opporsi all’attuazione di questo provvedimento, che, per ora, riguarda esclusivamente l’orso grizzly di Yellowstone, ma si teme che presto verranno depennati dalla lista anche i grizzly presenti negli altri Stati. 

    

sabato 1 luglio 2017

Messico: un passo avanti per la salvezza della vaquita


Vaquita nell'oceano


Il 30 giugno 2017 è stato fatto un significativo passo avanti verso la salvaguardia della vaquita, piccolo cetaceo in via di estinzione di cui avevo parlato poco tempo fa in un post: Messico: arriva il piano per salvare la vaquita dall’estinzione 

L’accordo stilato tra il Governo del Messico, la Leonardo DiCaprio Foundation, la Fundación Carlos Slim e supportato dal WWF prevede vari obiettivi da conquistare per cercare di difendere la vaquita e l’ecosistema marino del Golfo della California.
Ieri, uno di questi traguardi è stato raggiunto: il Governo messicano ha infatti annunciato il passaggio da temporaneo a permanente del divieto dell’uso del tramaglio (rete da posta fissa che viene gettata in acqua e lasciata lì finché le prede non vi restano intrappolate).
Un buon inizio che fa ben sperare per la realizzazione degli altri punti in programma.     


   

mercoledì 28 giugno 2017

Portland: Framework, l’edificio in legno più alto deli USA

A Portland, in Oregon, verrà realizzato l’edificio con una struttura in legno più alto degli Stati Uniti d’America.
Framework, così è stato denominato il palazzo, sarà alto 12 piani, che si svilupperanno in circa 40 metri di altezza.
Al suo interno sorgeranno circa 60 appartamenti, uffici e negozi. Al pian terreno sarà inoltre presente uno spazio accessibile a tutti dedicato al legno, comprendente una mostra permanente.

Ad occuparsi della realizzazione della struttura è lo studio Lever Architecture.
Il progetto è stato uno dei due vincitori del U.S. Tall Wood Building Prize Competition e, in quanto tale, ha avuto diritto a ricevere 1,5 milioni di dollari.
Il permesso per la costruzione dell’edificio è stato rilasciato dopo un’attenta valutazione, tramite vari test, della struttura, dell’acustica, della resistenza in caso di incendio o di terremoto.
I lavori dovrebbero iniziare in autunno e terminare nel corso del 2018. 

  

lunedì 19 giugno 2017

Messico: arriva il piano per salvare la vaquita dall’estinzione


Due esemplari di vaquita


La vaquita è una piccola focena che vive nel Golfo della California.
Ogni anno, vari esemplari muoiono intrappolati nelle reti da pesca gettate in acqua illegalmente per catturare i totoaba, pesci protagonisti del mercato nero asiatico a causa di alcune presunte proprietà medicinali.

Fino ad un paio di anni fa, si contavano quasi cento esemplari di vaquita; attualmente il numero è sceso a 30 e il pericolo di estinzione diventa sempre più reale, se non si fa qualcosa in proposito.

A preoccuparsi della sopravvivenza di questi piccoli cetacei c’è anche Leonardo DiCaprio. Il famoso attore e ambientalista a inizio giugno ha incontrato il Presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, per discutere delle possibili soluzioni al problema, ottenendo la firma di un accordo, il Memorandum of Understanding (MOU).

Il piano prevede la collaborazione tra il Governo messicano, le comunità locali, il sostegno della Leonardo DiCaprio Foundation e della Fundación Carlos Slim, al fine di garantire la protezione dell’ecosistema marino nel Golfo della California dallo sfruttamento eccessivo della pesca.

Un importante obiettivo previsto dal MOU è quello di combattere il più efficacemente possibile le attività di pesca illegali.
In alcune zone verrà vietata la pesca notturna.
Un’altra svolta fondamentale consiste nel rendere il divieto temporaneo dell’uso del tramaglio permanente. Il tramaglio è un tipo di rete da posta fissa: si tratta di una rete da pesca molto lunga, disposta in verticale, che viene lasciata in acqua affinché le prede ne restino intrappolate.
Inoltre, il MOU prevede l’impegno a lavorare a nuovi progetti per promuovere l’adozione di sistemi di pesca più sostenibili presso le comunità locali.

Questo accordo rappresenta un passo avanti per la difesa dell’ambiente marino e per la salvaguardia di una specie ormai in via di estinzione. A questo si aggiunge la speranza di fermare o perlomeno ridurre considerevolmente le attività illegali che devastano i fondali del nostro bellissimo pianeta.       




     

martedì 13 giugno 2017

Ciclovia Tirrenica: da Ventimiglia a Roma in bicicletta


Biciclette al tramonto vista mare


In Italia, negli ultimi anni, sta prendendo sempre più piede lo sviluppo della mobilità e del turismo ciclabile.
Uno dei progetti a cui si sta lavorando è la Ciclovia Tirrenica, che dovrebbe collegare Ventimiglia a Roma mediante un’unica pista ciclabile.

Il tracciato sarà lungo circa 1200 km e coinvolgerà tre Regioni (Liguria, Toscana e Lazio), che hanno già firmato il Protocollo d’Intesa per poter usufruire dei finanziamenti stanziati dal Governo per la realizzazione di ciclovie di interesse nazionale e per richiedere e accedere anche ai fondi dell’Unione Europea.
Circa la metà dei chilometri previsti sono già percorribili, quindi bisogna lavorare per sistemare e completare l’opera e si spera di riuscire a farlo entro il 2020. 

Il progetto è di grande valore: attraverserà numerosi luoghi stupendi dal punto di vista paesaggistico, al quale si aggiunge un rilevante contributo culturale e archeologico, includendo quindi tutte le caratteristiche tipiche che rendono il nostro Paese famoso nel mondo.
Si potranno ammirare coste, lungomare, piccoli borghi caratteristici, aree naturali protette, siti archeologici, città d’arte...

Il cicloturismo è un modello in rapida ascesa, molto diffuso negli altri Paesi e sempre più apprezzato e richiesto anche in Italia.
La sua importanza e il suo impatto a livello economico e, ancor di più, a livello ambientale sono notevoli e non possono far altro che giovare al nostro territorio.         


sabato 3 giugno 2017

Henderson Island: da paradiso a luogo più inquinato al mondo

Quando pensiamo a isolette sperdute, non abitate dall’uomo, ci vengono subito in mente immagini di posti da sogno, incontaminati, popolati da flora e fauna variegati... dei veri e propri paradisi terrestri.
Una volta era davvero così, ma oggigiorno dobbiamo fare i conti con la triste realtà: l’uomo è riuscito a rovinare anche luoghi lontani e impensabili.

Viene prodotta sempre più plastica nel mondo, che spesso non viene smaltita in maniera appropriata e quindi finisce a galleggiare tra le onde dei mari e degli oceani, provocando gravi danni all’ambiente marino, fino a giungere su qualche riva in cui depositarsi per decine e decine di anni, non essendo biodegradabile.
      
Plastica giunta a riva

Henderson Island è situata nell’Oceano Pacifico del sud e fa parte delle Isole Pitcairn. Questo piccolo paradiso, disabitato dall’uomo ma ricco di flora e fauna con specie native del luogo, dal 1988 è nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Purtroppo, con il passare degli anni, questo posto rigoglioso e incontaminato si è trasformato in un vero e proprio cimitero dei rifiuti.
Una ricerca conclusa da poco ha rivelato dati incredibili: sull’isola sono presenti quasi 38 milioni di detriti di plastica, per un peso di circa 17.6 tonnellate. Questa costituisce la più alta densità di rifiuti registrata al mondo, che si accumulano in quel luogo anche a causa delle correnti.

Oltre al desolante degrado e all’inquinamento ambientale, bisogna pensare ai pericoli che ogni giorno corrono gli animali: le tartarughe spesso restano intrappolate nelle reti da pesca e in altri oggetti, i granchi costruiscono la propria casa in contenitori di plastica, e molti animali ingeriscono piccoli pezzi che, ovviamente, nuocciono alla loro salute e in alcuni casi portano al soffocamento.

Sembra impossibile che una situazione del genere si presenti in un’isola così lontana dagli insediamenti umani e questo dovrebbe far riflettere e spingere tutti ad agire, prima che sia troppo tardi.  

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, anche nota come PNAS (www.pnas.org).


   

domenica 28 maggio 2017

A Torino la 20° edizione del Festival CinemAmbiente

CinemAmbiente è un festival nato a Torino nel 1998 che si prefigge lo scopo di sensibilizzare le persone attraverso la promozione di film che trattano tematiche ambientali.

Ogni anno alla proposta di film nazionali ed internazionali (per un totale di circa 100 pellicole) viene affiancato un vasto programma con vari eventi sul territorio: mostre, convegni, spettacoli, incontri con gli autori e dibattiti.

Nel corso di questi vent’anni sono cambiate molte cose per quanto riguarda le tematiche ambientali.
Il numero di persone che si interessa all’argomento cresce di anno in anno, a causa dei pericoli e dei cambiamenti sempre più preoccupanti e incombenti.
CinemAmbiente cerca di mettere in risalto non solo i problemi, ma anche le idee e i progetti positivi che vengono realizzati, i passi avanti verso un mondo più ecosostenibile.

Il Festival si svolgerà a Torino dal 31 maggio al 5 giugno.