lunedì 20 marzo 2017

Cotone: il Burkina Faso dice stop agli OGM e alla Monsanto


Raccolto di cotone


Una buona notizia per tutti gli amanti del naturale.  
Il Burkina Faso, dopo aver sperimentato per anni le sementi OGM proposte dalla Monsanto, ha deciso di interrompere la collaborazione e tornare a coltivare il cotone in maniera tradizionale.

La Monsanto è una multinazionale americana operante nel settore delle biotecnologie agrarie, molto conosciuta sia per quello che fa sia per le numerose critiche ricevute. Nel settembre 2016 è stata acquistata dalla tedesca Bayer e presto dovrebbe avvenire la fusione tra i due colossi. 

Il cotone è una delle più importanti fonti di reddito del Burkina Faso, un Paese molto povero, che quindi aveva riposto grandi aspettative e speranze sulle sementi geneticamente modificate che la Monsanto aveva introdotto nel 2009.
I produttori locali, però, si sono resi conto che i raccolti generati in quel modo risultavano di qualità nettamente inferiore rispetto a quelli tradizionali e così, dopo sette anni di prove, hanno deciso di dire basta agli OGM e basta alla Monsanto.

Pianta di cotone


La decisione è stata ripagata: pare, infatti, che il nuovo raccolto, ottenuto da coltivazione tradizionale, sia stato abbondante e di qualità decisamente superiore.

Il Paese africano adesso vorrebbe un risarcimento di oltre 70 milioni di euro per porre rimedio alle perdite subite (cotone di qualità inferiore = vendite in calo e a prezzi più bassi), ma ovviamente l'azienda americana non la pensa allo stesso modo.



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