giovedì 30 marzo 2017

The Breath: il tessuto che riduce l’inquinamento

La rivoluzione arriva da un “semplice” cartellone pubblicitario, ideato da due imprenditori italiani fondatori della start-up Anemotech, facente parte dell’Ecoprogram Group.

Il tessuto dei cartelloni è composto da strati esterni idrorepellenti con proprietà antisettiche e da uno interno in fibra a carboni attivi miscelata con molecole particolari in grado di assorbire e ridurre lo smog causato da traffico, riscaldamento, impianti industriali e tutti i tipi di emissioni che portano all’innalzamento del livello di polveri sottili nell’aria.

Questa innovativa tecnologia si chiama The Breath ed è efficace sia negli ambienti aperti sia in quelli chiusi.
Può essere quindi impiegata nei centri urbani, nelle strade trafficate, nella parte esterna degli edifici sotto forma di manifesti pubblicitari, ma anche in uffici o case, sotto forma di quadro, tendaggio o pannello, per ripulire l’aria dall’inquinamento provocato ad esempio da sistemi di riscaldamento, apparecchi elettronici (come pc, stampanti e cellulari) e prodotti per la casa di uso quotidiano (saponi, detersivi, ecc).

L’ottimo potenziale di The Breath non è passato inosservato e il prodotto ha già ottenuto alcuni importanti riconoscimenti. Questa tecnologia, infatti, si presenta come un prezioso aiuto completamente ecologico, senza alcun impatto sull’ambiente.
Gli inchiostri usati nel tessuto battericida sono senza solventi.

In alcune città, come Torino, Milano e Roma, l’ingegnosa innovazione è già presente, sia negli uffici di aziende sia per le strade.



Per maggiori informazioni o per acquistare un quadro da appendere alle pareti delle vostre abitazioni: www.thebreath.it 


           

martedì 28 marzo 2017

Creme solari: filtri chimici e filtri minerali

Al giorno d’oggi, è risaputo che i raggi ultravioletti rappresentano un pericolo per la salute e che bisogna fare il possibile per evitarli.
Nei periodi più caldi dell’anno, quando il sole scalda e brucia di più, i medici consigliano sempre di non esporsi in certi orari della giornata, ma anche quando il sole non sembra così caldo da scottarci non si deve abbassare la guardia, perché i raggi ultravioletti sono onnipresenti, anche nelle giornate nuvolose, e per questo bisogna proteggersi. 
I raggi UVA danneggiano la cute, favorendone anche l’invecchiamento precoce.
Ai raggi UVB si devono scottature, colpi di sole e tumori della pelle.

Per ripararci dai raggi UV solitamente ricorriamo ad una protezione solare, ma bisogna sceglierla con attenzione, perché alcuni ingredienti risultano dannosi sia per l’uomo sia per l’ambiente.

I filtri contenuti nelle creme solari si distinguono in chimici e minerali.
I primi assorbono i raggi UV, mentre i filtri minerali, o schermi fisici, riflettono la luce del sole. In ogni protezione possiamo trovarne un tipo o l’altro, oppure entrambi.

I filtri chimici, oltre a costituire una minaccia per l’ambiente, sono nocivi per la salute dell’uomo: alcuni di essi risultano tossici, sono interferenti endocrini e possono provocare allergie o sensibilizzazione.

Di conseguenza, è preferibile scegliere prodotti con filtri minerali, ma anche in questo caso occorre fare attenzione: alcuni solari, infatti, contengono nanoparticelle di biossido di titanio e di ossido di zinco, utilizzate ad esempio per rendere le creme più fluide e spalmabili ed eliminare i tipici residui bianchi sulla pelle. Queste sostanze, però, penetrano con facilità nella circolazione sanguigna e sono tuttora sotto osservazione da parte degli scienziati: alcuni studi effettuati su animali dimostrerebbero che il biossido di titanio sotto forma di nanoparticelle è un possibile cancerogeno che causa danni ai cromosomi e alla catena del DNA; altre ricerche affermano che l’inalazione di nanoparticelle di ossido di zinco provoca infiammazioni ai polmoni.
Attenzione, quindi, se tra gli ingredienti di una protezione solare leggete “Titanium Dioxide (NANO)” o “Zinc Oxide (NANO)”.

Come per qualsiasi crema e cosmetico, inoltre, è consigliabile evitare prodotti contenenti, ad esempio, metalli pesanti (come Cobalto, Cromo e Nichel), profumi sintetici, parabeni, siliconi, coloranti sintetici e petrolati.


   

sabato 25 marzo 2017

Sardegna green con 2000 km di pista ciclabile


Biciclette nella natura al tramonto


Sembra che anche l’Italia, come altri Paesi fanno da molti anni, abbia deciso di scommettere sulla sostenibilità e sulla bellezza delle due ruote.

Tra i vari progetti in fase di sviluppo, o comunque in attesa di prendere il via, c’è quello riguardante la Sardegna. L’idea è di realizzare una pista ciclabile lunga addirittura 2000 chilometri, che si snoderà per tutta l’isola attraverso 5 tracciati principali da cui si dirameranno 42 percorsi.
I primi milioni di euro sono già stati stanziati.
L’obiettivo è quello di espandere la propria proposta: oltre alle meravigliose spiagge si punterà al cicloturismo e quindi a migliaia di appassionati che potrebbero arrivare sul territorio non solo in estate ma durante l’intero anno, per praticare un po’ di sano sport circondati da paesaggi mozzafiato, storia, usi e costumi da scoprire.
Il tutto sempre all’insegna dell’ecocompatibilità, per preservare la qualità della vita e ambientale tipiche dell’isola.      



          

giovedì 23 marzo 2017

L’Olanda dice stop alle auto a benzina e gasolio dal 2035


Automobili nel traffico di città


L’Olanda pensa in chiave ambientale e ad un futuro più sostenibile.
Negli ultimi anni, il Paese si sta impegnando per giungere ad una significativa riduzione di CO2. Nel 2013, il Governo ha siglato un accordo sull’energia con varie organizzazioni per promuovere iniziative ecosostenibili.
Nella primavera del 2016, l'Olanda ha intrapreso un nuovo cammino al fine di vietare, a partire dal 2025, la vendita di auto con alimentazione a benzina o a gasolio.
In realtà, nel mese di dicembre è stato stabilito che quel lasso di tempo non fosse sufficiente e di conseguenza la realizzazione del progetto è stata fissata per una data più lontana, ossia il 2035.
Il 2025 rimane comunque il limite entro il quale tutti i mezzi di trasporto pubblico dovranno usare energie rinnovabili o biocarburante.
Sono in programma anche ulteriori investimenti per rendere più appetibile l’uso delle biciclette.

Con questi provvedimenti si vuole arrivare ad avere in circolazione solo veicoli 100% senza emissioni al più presto. Alcuni ambientalisti sono un po’ scettici, ma ricordiamoci che, purtroppo, non è possible effettuare modifiche del genere dall’oggi al domani. 
In ogni caso, si stanno facendo passi in avanti, una vera e propria rivoluzione a cui stanno mirando anche altri Paesi.   


         

lunedì 20 marzo 2017

Cotone: il Burkina Faso dice stop agli OGM e alla Monsanto


Raccolto di cotone


Una buona notizia per tutti gli amanti del naturale.  
Il Burkina Faso, dopo aver sperimentato per anni le sementi OGM proposte dalla Monsanto, ha deciso di interrompere la collaborazione e tornare a coltivare il cotone in maniera tradizionale.

La Monsanto è una multinazionale americana operante nel settore delle biotecnologie agrarie, molto conosciuta sia per quello che fa sia per le numerose critiche ricevute. Nel settembre 2016 è stata acquistata dalla tedesca Bayer e presto dovrebbe avvenire la fusione tra i due colossi. 

Il cotone è una delle più importanti fonti di reddito del Burkina Faso, un Paese molto povero, che quindi aveva riposto grandi aspettative e speranze sulle sementi geneticamente modificate che la Monsanto aveva introdotto nel 2009.
I produttori locali, però, si sono resi conto che i raccolti generati in quel modo risultavano di qualità nettamente inferiore rispetto a quelli tradizionali e così, dopo sette anni di prove, hanno deciso di dire basta agli OGM e basta alla Monsanto.

Pianta di cotone


La decisione è stata ripagata: pare, infatti, che il nuovo raccolto, ottenuto da coltivazione tradizionale, sia stato abbondante e di qualità decisamente superiore.

Il Paese africano adesso vorrebbe un risarcimento di oltre 70 milioni di euro per porre rimedio alle perdite subite (cotone di qualità inferiore = vendite in calo e a prezzi più bassi), ma ovviamente l'azienda americana non la pensa allo stesso modo.



venerdì 17 marzo 2017

Un lago, tre regioni, 140 km di pista ciclabile: il Lago di Garda


Lago di Garda


Il Lago di Garda è una meta molto nota e amata da turisti italiani e stranieri.
Sul finire del 2016 è stato approvato un progetto che renderà questo luogo ancora più interessante e piacevole: verrà infatti realizzata una pista ciclabile che circonderà l’intero lago, lunga 140 chilometri.

Alcuni tratti ciclabili esistono già, ma l’obiettivo è di completarli e unirli, ottenendo un percorso che segua tutta la costa. 
È il cosiddetto Garda by Bike, a cui stanno lavorando le tre regioni su cui si affaccia l’incantevole specchio d’acqua: Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. 

Panorama del Lago di Garda


Una valorizzazione del territorio che mira ad attirare nuove persone, amanti dello sport e della natura, e che costituisce un passo importante dal punto di vista turistico, da quello economico e anche a livello ambientale, grazie all’incoraggiamento all’uso di un mezzo ecologico come la bicicletta. 


martedì 14 marzo 2017

AAA Cercasi buccia di agrumi commestibile


Arance sull'albero


Quante volte abbiamo letto in una ricetta di aggiungere una certa quantità di scorza di limone o di arancia, per dare un tocco migliore ai nostri piatti e bevande?
È una cosa normale per chi si diletta in cucina, eppure, facendolo potremmo aver ingerito sostanze non commestibili.
Purtroppo, infatti, oltre alle massicce dosi di pesticidi, i nostri cari frutti vengono trattati in modo da apparire ai nostri occhi esteticamente perfetti (anche se a volte neanche questi trucchetti funzionano) e invitanti.

Se compriamo prodotti nelle retine, ci deve essere l’etichetta con scritto che i frutti sono trattati e che la buccia non è edibile (commestibile, appunto), ma quando acquistiamo arance, mandarini e limoni sfusi non c’è niente ad informare il consumatore.
Attenzione, perché non è sufficiente un semplice lavaggio per eliminare questi potenti e pericolosi additivi: alcuni di essi riescono anche a raggiungere la polpa.

Limoni sull'albero


Vengono impiegati cere e prodotti di origine petrolchimica, antimuffa, antiparassitari, fungicidi. Alcuni esempi: difenile o bifenile (E230), ortofenilfenolo (E231), tiabendazolo (E233), imazalil.
Tutto questo viene fatto soprattutto per rendere il frutto lucido, per fargli mantenere un bell’aspetto e per evitare il suo deterioramento il più a lungo possibile.  

Una delle cose assurde è che in Italia alcuni additivi usati per questi trattamenti sono vietati, ma li ritroviamo lo stesso nelle nostre case, perché importiamo frutta da Paesi che ricorrono ad essi in quantità elevate.
Abbastanza illogico è anche il fatto che nel mondo (Italia inclusa) sia consentito l’uso di sostanze come l’imazalil, classificato secondo vari studi come pericoloso e probabile cancerogeno, ma non abbastanza allarmante da impedirne l’impiego.

Mandaranci con foglie


Cosa si può fare, quindi?
Come sempre, leggere bene le etichette, optando per quelle con la dicitura “non trattati” e affidarsi ad agrumi biologici, che non subiscono lavorazioni.
Con i frutti importati probabilmente si corrono maggiori rischi, perché sono sottoposti a viaggi più lunghi e di conseguenza hanno più possibilità di marcire.
Inoltre, ovviamente, è molto improbabile che per la grande distribuzione vengano utilizzati i costosi prodotti biologici; bisogna tenerlo presente quando si vogliono acquistare marmellate di arance, dolci e qualsiasi altro cibo o bevanda contenente scorza di agrumi.



sabato 11 marzo 2017

Tanzania: condannato noto bracconiere e trafficante di avorio


Elefante con cucciolo


Stime approssimative affermano che ogni anno vengono uccisi tra i 20000 e i 30000 elefanti, principalmente per le loro zanne.
Quel che è certo è che il numero totale di esemplari appartenenti a questa specie cala drasticamente di anno in anno e, se questa situazione resterà inalterata, a breve si giungerà inevitabilmente all’estinzione.   

Elefante nella natura


Boniface Methew Malyango, conosciuto anche come “Il Diavolo”, per anni ha alimentato il mercato nero dell’avorio uccidendo senza problemi migliaia di elefanti e diventando, così, uno dei maggiori bracconieri dell’Africa.

Si parla di lui anche in un documentario, uscito nel 2016, sul traffico di avorio, realizzato dai registi Kief Davidson e Richard Ladkani con il coinvolgimento dell’attore e ambientalista Leonardo DiCaprio (produttore esecutivo): “The Ivory Game”.

Nell'ottobre del 2015, Malyango è stato arrestato e finalmente, il 3 marzo 2017, ha ricevuto una condanna a 12 anni di carcere da parte di un tribunale della Tanzania.




martedì 7 marzo 2017

In Danimarca il numero delle bici ha superato quello delle auto

Il Nord Europa, si sa, sulle questioni riguardanti l’ambiente e la sostenibilità è qualche passo avanti rispetto a mezzo mondo.

A Copenaghen, capitale della Danimarca, una delle novità del 2016 è stato il clamoroso sorpasso tra i mezzi di trasporto: il numero delle biciclette in circolazione ha superato quello delle automobili.
Da molti anni, ormai, il Paese investe ingenti somme di denaro in infrastrutture e per potenziare le piste ciclabili e l’intenzione è di continuare su questo cammino, incoraggiando gli abitanti a preferire l’uso della bici non solo nel tempo libero, ma anche per gli spostamenti casa-lavoro.
La politica sostenibile adottata ha ottenuto un riscontro positivo da parte della popolazione, che nel corso degli anni ha aumentato in maniera esponenziale l’uso delle due ruote a svantaggio delle macchine, fino ad arrivare a questo storico sorpasso (e successo, aggiungerei).       



   

domenica 5 marzo 2017

Curiosità in cucina - Olive nere e gluconato ferroso


Olive sull'albero


Ecco uno dei casi in cui è appropriato ricorrere al detto: “L’apparenza inganna”.
Mi riferisco a quando andiamo al supermercato a comprare una confezione di olive nere senza sapere che, in realtà, non è ciò che stiamo acquistando.
Bisogna sempre prestare attenzione alle etichette. Sulla maggior parte delle confezioni in vendita, infatti, tra gli ingredienti viene segnalato il gluconato ferroso, anche noto come E579.
Che cos’è? È un additivo usato per colorare artificialmente le olive. Sì, avete capito bene: queste fantomatiche olive nere non sono altro che olive verdi colorate di nero.
A volte, per questa operazione, viene usato il lattato ferroso, o E585.

Raccolto di olive


Ma perché si usano questi metodi? Probabilmente perché le olive mature, essendo più morbide, rendono più difficili e di conseguenza più costosi i processi di raccolta, trasporto e snocciolamento industriale. 

Il consumatore, però, non è tenuto a conoscere ogni additivo esistente, quindi trovo scorretto non scrivere le cose chiaramente sulla confezione.

Se volete delle VERE olive nere mature, quindi, attenti alle etichette oppure comprate direttamente quelle biologiche, che non possono essere sottoposte al processo di colorazione artificiale.