domenica 21 maggio 2017

Mar Adriatico e mar Ionio: un bagno tra i rifiuti


Onde del mare si infrangono a riva


Si è da poco conclusa una lunga ed approfondita ricerca riguardante le condizioni delle spiagge, delle acque in superficie e dei fondali marini nel mar Adriatico e nel mar Ionio.
Il progetto, chiamato “DeFishGear” (Derelict Fishing Gear Management System in the Adriatic Region), è durato tre anni e ha coinvolto Italia, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro e Slovenia. 
I risultati, come era immaginabile, non sono per niente buoni.

I nove enti e i sette Stati coinvolti nello studio si sono trovati davanti una quantità enorme di cotton fioc, bottiglie di vetro, lattine, mozziconi di sigaretta, contenitori di vario genere e molto altro. A devastare i nostri mari, più di ogni altra cosa, è la plastica: sacchetti per la spesa, pacchetti di patatine, involucri di gelati, bottiglie, imballaggi, giocattoli, resti derivanti dalle attività di pesca e acquacoltura...

La densità di spazzatura trovata è molto alta ed è agevolata da vari fattori, ad esempio: diversi corsi d’acqua (anche grandi, basti pensare al fiume Po) terminano il proprio percorso gettandosi in quei mari, con tutti i detriti e i rifiuti delle città attraversate al seguito; molte zone sono abbondantemente popolate e a questo bisogna aggiungere un elevato numero di turisti che affollano ogni anno le coste; il turismo porta in quei luoghi anche navi da crociera; i settori della pesca e dell’acquacoltura sono ampiamente diffusi.

Italia, Grecia e Montenegro si sono dedicati anche all’analisi di alcune specie di pesci per ottenere dati riguardanti la quantità e il tipo di rifiuti ingeriti, riscontrando differenze in base alle diverse varietà e alle zone. 

I ricercatori ritengono che per migliorare la preoccupante situazione sia molto importante puntare su campagne di sensibilizzazione nelle spiagge e sulla produzione di materiali biodegradabili e biocompatibili. 

       

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