domenica 28 maggio 2017

A Torino la 20° edizione del Festival CinemAmbiente

CinemAmbiente è un festival nato a Torino nel 1998 che si prefigge lo scopo di sensibilizzare le persone attraverso la promozione di film che trattano tematiche ambientali.

Ogni anno alla proposta di film nazionali ed internazionali (per un totale di circa 100 pellicole) viene affiancato un vasto programma con vari eventi sul territorio: mostre, convegni, spettacoli, incontri con gli autori e dibattiti.

Nel corso di questi vent’anni sono cambiate molte cose per quanto riguarda le tematiche ambientali.
Il numero di persone che si interessa all’argomento cresce di anno in anno, a causa dei pericoli e dei cambiamenti sempre più preoccupanti e incombenti.
CinemAmbiente cerca di mettere in risalto non solo i problemi, ma anche le idee e i progetti positivi che vengono realizzati, i passi avanti verso un mondo più ecosostenibile.

Il Festival si svolgerà a Torino dal 31 maggio al 5 giugno.


domenica 21 maggio 2017

Mar Adriatico e mar Ionio: un bagno tra i rifiuti


Onde del mare si infrangono a riva


Si è da poco conclusa una lunga ed approfondita ricerca riguardante le condizioni delle spiagge, delle acque in superficie e dei fondali marini nel mar Adriatico e nel mar Ionio.
Il progetto, chiamato “DeFishGear” (Derelict Fishing Gear Management System in the Adriatic Region), è durato tre anni e ha coinvolto Italia, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro e Slovenia. 
I risultati, come era immaginabile, non sono per niente buoni.

I nove enti e i sette Stati coinvolti nello studio si sono trovati davanti una quantità enorme di cotton fioc, bottiglie di vetro, lattine, mozziconi di sigaretta, contenitori di vario genere e molto altro. A devastare i nostri mari, più di ogni altra cosa, è la plastica: sacchetti per la spesa, pacchetti di patatine, involucri di gelati, bottiglie, imballaggi, giocattoli, resti derivanti dalle attività di pesca e acquacoltura...

La densità di spazzatura trovata è molto alta ed è agevolata da vari fattori, ad esempio: diversi corsi d’acqua (anche grandi, basti pensare al fiume Po) terminano il proprio percorso gettandosi in quei mari, con tutti i detriti e i rifiuti delle città attraversate al seguito; molte zone sono abbondantemente popolate e a questo bisogna aggiungere un elevato numero di turisti che affollano ogni anno le coste; il turismo porta in quei luoghi anche navi da crociera; i settori della pesca e dell’acquacoltura sono ampiamente diffusi.

Italia, Grecia e Montenegro si sono dedicati anche all’analisi di alcune specie di pesci per ottenere dati riguardanti la quantità e il tipo di rifiuti ingeriti, riscontrando differenze in base alle diverse varietà e alle zone. 

I ricercatori ritengono che per migliorare la preoccupante situazione sia molto importante puntare su campagne di sensibilizzazione nelle spiagge e sulla produzione di materiali biodegradabili e biocompatibili. 

       

domenica 14 maggio 2017

Gli additivi E320 e E321 (butilidrossianisolo o BHA e butilidrossitoluene o BHT)

Ogni giorno prendiamo dagli scaffali del supermercato cibi di cui non leggiamo neanche le etichette degli ingredienti. La verità è che spesso leggerle o non leggerle è la stessa cosa, perché non siamo informati su cosa si celi realmente dietro le varie sigle o i vari nomi che compongono il nostro prelibato pasto o spuntino.

Per la maggior parte della mia vita ho fatto così anch’io: compravo senza sapere cosa mangiavo. Pian piano, però, ho cominciato a prestare attenzione agli articoli sui giornali e agli approfondimenti su questi argomenti ed è tutto cambiato: ho iniziato ad informarmi seriamente su tutto il possibile, a volte scoprendo anche cose assurde (almeno secondo me).
Quindi adesso cerco di eliminare o comunque ridurre al minimo il consumo degli ingredienti più nocivi.

Un esempio di cui voglio parlare riguarda gli additivi E320 e E321, impiegati nel settore alimentare, ma anche in quello cosmetico e farmaceutico.

Il butilidrossianisolo, conosciuto anche come BHA o E320, viene usato nell’industria alimentare come antiossidante per evitare l’irrancidimento dei prodotti. Si trova nelle gomme da masticare, nei biscotti, negli gnocchi di patate (e anche nei preparati per farli), nelle barrette di cereali e in molti altri alimenti.
Secondo vari studi eseguiti, questo additivo contribuisce ad aumentare il colesterolo cattivo, distrugge sostanze come la vitamina D, può irritare gli occhi, la pelle e le mucose, ed è stato classificato come probabile cancerogeno.
In molti Paesi è vietato usarlo negli alimenti per bambini.  

Il butilidrossitoluene, noto anche come idrossitoluene butilato, BHT o E321, presenta caratteristiche simili, si trova nelle stesse tipologie di alimenti e può provocare, tra le varie cose, danni epatici.  

Come ho scritto in precedenza, questi due pericolosi additivi trovano impiego anche in campo farmaceutico e in quello cosmetico, quindi bisogna prestare sempre molta attenzione alle etichette. Ho trovato il BHT anche tra gli ingredienti del balsamo per capelli di famose marche.   

Ci si può domandare per quale motivo si possano usare tranquillamente sostanze del genere. La risposta è semplice: è tutto legale, ovviamente; vengono stabilite delle dosi massime che il corpo umano può assumere senza subire particolari danni e in base ad esse viene elaborato un prodotto.
Il problema è che una persona può, in un solo giorno, prendere un medicinale, usare qualche cosmetico e mangiare più cose contenenti questi additivi, accumulando, così, varie dosi della stessa sostanza nell’organismo e superando, con ogni probabilità, la quantità massima prevista.


  

giovedì 11 maggio 2017

I numerosi benefici del frutto del melograno


Melagrana sull'albero


Quello che chiamiamo comunemente melograno in realtà è il nome della pianta, mentre il suo frutto è la melagrana.
L’albero del melograno è originario dell’Asia.
Fin dall’antichità la pianta e i suoi frutti vengono considerati simboli di prosperità, fertilità, longevità e fortuna.  

In ogni frutto ci sono centinaia di semi legnosi, chiamati arilli, separati da membrane e circondati da una polpa che va dal bianco al rosso in base alla varietà e al grado di maturazione, e che può essere dolce oppure più o meno acidula.

La melagrana è ricca di vitamine (A, C, E, K, del gruppo B) e di sali minerali (potassio, fosforo, calcio, magnesio, sodio, ferro, zinco, rame, manganese).

Frutto del melograno aperto


Contiene considerevoli quantità di polifenoli, che svolgono una preziosa azione antiossidante. Aiutano a preservare la salute, osteggiando vari disturbi e patologie, e a prevenire l’invecchiamento precoce. Contrastano l’eccessiva produzione di radicali liberi, causati ad esempio da inquinamento, stress, fumo, radiazioni.
Le proprietà antiossidanti del frutto del melograno sono superiori a quelle del tè verde e del vino rosso.

Il suo consumo giova all’apparato cardiovascolare grazie alle proprietà anticoagulanti, che riducono la formazione di placche nelle arterie. Abbassa i livelli di colesterolo cattivo (LDL) e la pressione sanguigna.

Si possono mangiare i chicchi oppure si può spremere il frutto: in quest’ultimo caso, però, bisogna ricordare che il succo si altera in fretta, perdendo di conseguenza alcune proprietà, e quindi va bevuto subito dopo la spremitura. 

Sono molteplici, dunque, i benefici forniti da questo frutto. Un pieno di vitamine, sali minerali e antiossidanti che aiuta a prevenire patologie cardiovascolari, ha proprietà antinfiammatorie, contrasta l’invecchiamento cellulare, aiuta a rinforzare l’organismo e a prevenire i malanni stagionali (raffreddori e influenze), regolarizza l’intestino grazie alle proprietà astringenti, secondo alcune ricerche allevia i disturbi causati dalla menopausa, per vari studi in fase di approfondimento è utile nella prevenzione di alcuni tipi di tumore (ad esempio al seno, ai polmoni, alla prostata).



martedì 9 maggio 2017

La comunità degli Ikebiri denuncia l’Eni a causa del petrolio

La piccola comunità nigeriana degli Ikebiri ha denunciato la famosa multinazionale italiana Eni.
Il motivo riguarda un incidente risalente al 2010, quando un guasto all’impianto estrattivo della Naoc (Nigerian Agip Oil Company, società tramite la quale Eni opera nel Paese) ha provocato la fuoriuscita di petrolio nella zona in cui vivono gli Ikebiri, il Delta del Niger.
Le conseguenze sul territorio sono state enormi, come si può immaginare: contaminazione dei corsi d’acqua (con il doppio problema acqua + pesca), delle foreste, dei campi dedicati all’agricoltura... 
   
L'Eni ha ammesso il fatto, ma afferma di aver ripulito l’area, anche se manca una documentazione al riguardo.
La comunità ha deciso di denunciare l’azienda per ottenere la totale pulizia del luogo con una adeguata bonifica e per avere un risarcimento danni.
L’idea della multinazionale di cavarsela con un risarcimento equivalente a qualche migliaio di euro è andata a vuoto, quindi sarà il tribunale a valutare la situazione e ad emettere un verdetto. 

In realtà, le fuoriuscite di petrolio nella zona del Delta del Niger sono frequenti e le popolazioni che risiedono in quei territori sono costrette a subire effetti devastanti sulla propria pelle, nelle acque e nelle terre che coltivano, provocati da un business fuori controllo imposto dai giganti del settore. 

     

giovedì 4 maggio 2017

Uno stadio ecosostenibile per il Forest Green Rovers

Il Forest Green Rovers è un club di calcio che milita nella quinta divisione inglese, conosciuto da alcuni per una sua curiosa caratteristica: la squadra è composta esclusivamente da vegani.
Ultimamente la società sta facendo parlare molto di sé grazie all’idea che ha intenzione di realizzare: uno stadio ecosostenibile.

L’impianto si chiamerà Eco Park Stadium, sorgerà nella contea di Gloucestershire (nell’Inghilterra sud-occidentale) e sarà il primo ad essere costruito quasi interamente in legno. Sarà coperto da una membrana trasparente e ogni posto a sedere garantirà la miglior visuale possibile del campo.
Oltre allo stadio vero e proprio, che avrà 5000 posti ampliabili a 10000 senza bisogno di ulteriori interventi strutturali, ci sarà spazio per campi di allenamento, strutture multidisciplinari, un centro di ricerca scientifica per lo sport, una zona con uffici e servizi e una riservata alla natura; il tutto naturalmente a impatto zero, nel rispetto dell’ambiente. 
Ad occuparsene sarà lo studio Zaha Hadid Architects, che si è aggiudicato il bando per la realizzazione del progetto a cui hanno partecipato gruppi di varie nazionalità.
     
   

martedì 2 maggio 2017

Uber e i taxi volanti: dalla fantascienza alla realtà

Chissà quante volte gli appassionati di fantascienza hanno letto nei libri, visto nei film e immaginato un mondo in cui le auto si spostano a vari metri dal suolo, nel cielo delle città.
Uber, azienda che gestisce un servizio di trasporto automobilistico privato tramite una app che connette passeggeri e autisti, vuole trasformare tutto questo in realtà e ha annunciato un servizio di taxi volanti. E a questo punto si potrebbe pensare che di notizie apparentemente surreali se ne sentono ogni giorno e chissà se e tra quanti anni vedranno la luce. In questo caso, però, il tempo di attesa è breve: pare, infatti, che i primi mezzi saranno operativi già dal 2020, tra tre anni.

Il progetto si chiama “Elevate” e prevede l’uso di velivoli elettrici che durante i tragitti produrranno zero emissioni, in grado di decollare e atterrare in verticale come gli elicotteri (da qui la definizione VTOL: Vertical Take-off and Landing). La tariffa non dovrebbe essere di molto superiore rispetto a quella applicata dalle attuali auto Uber e i tempi di percorrenza, ovviamente, saranno nettamente inferiori. 
Le prime città ad usufruire del servizio saranno Dallas e Dubai. 

Uber ammette che i costi iniziali saranno elevati, ma con il passare del tempo aumenterà sempre più la diffusione di questo nuovo mezzo di trasporto e di conseguenza il progetto diventerà meno dispendioso.