mercoledì 29 novembre 2017

Sentieri, giardini, piste ciclabili fotoluminescenti in Italia


Pista ciclabile nella natura al tramonto


A novembre si sono svolte in contemporanea a Rimini le fiere Ecomondo e Key Energy, appuntamenti imperdibili per chi vuole essere aggiornato sulle novità nei vari settori della green economy (Ecomondo) e delle energie rinnovabili (Key Energy).

Tra le aziende presenti c’era la Bright Materials, che si occupa di applicazioni fotoluminescenti industriali.
L’azienda veneta ha presentato il proprio prodotto: il sentiero fotoluminescente.
Esempi di progetti simili si trovano in Polonia e in Olanda, dove ci sono piste ciclabili che si illuminano al buio.
Anche in Italia questa idea è realizzabile: parchi, giardini, piste ciclabili possono diventare visibili anche dopo il tramonto del sole senza bisogno di ricorrere all’illuminazione artificiale.

La Bright Materials produce graniglie vetrose applicabili nei percorsi (direttamente nel composto dell’asfalto oppure sopra di esso). Esse in seguito all’esposizione, anche per brevi lassi di tempo, a fonti luminose naturali o artificiali garantiscono un effetto luminescente duraturo, variabile dalle 3 alle 10 ore, in base alle tecniche e ai materiali usati.
Per creare queste graniglie non vengono impiegate sostanze tossiche e il risultato ottenuto permette un considerevole risparmio energetico.


      

giovedì 23 novembre 2017

Arya rileva la qualità dell’aria domestica e aiuta a migliorarla

L’inquinamento è una questione molto preoccupante che affligge le città di ogni angolo del Pianeta.
Ultimamente nel Nord Italia la situazione si è aggravata, con Torino detentrice della maglia nera per quanto riguarda i livelli di polveri sottili raggiunti.
E proprio dal capoluogo piemontese arriva una novità: Arya.

Nell’I3P (Incubatore Imprese Innovative del Politecnico di Torino), all’interno del percorso Treatabit, si trova la start-up Nova Smart Home, che progetta dispositivi intelligenti per la casa.
Spesso ci si dimentica che l’inquinamento non si trova solo all’aria aperta, ma anche all’interno degli edifici.
Per conoscere e cercare di migliorare la situazione degli ambienti in cui viviamo, Nova Smart Home ha ideato Arya: si tratta di un dispositivo in grado di raccogliere dati come la luminosità, l’umidità, la temperatura, il rumore, il CO, la CO2, i VOC (composti organici volatili). In questo modo si può monitorare la qualità dell’aria, l’inquinamento in una stanza.
Gli utenti possono comunicare con il congegno tramite voce, grazie ad un microfono integrato.  
Inoltre, Arya interagisce con eventuali altri dispositivi connessi e offre suggerimenti per apportare migliorie.
Si possono controllare i valori anche quando non si è in casa, grazie alla app da installare nello smartphone.


Per restare in contatto con la start-up e i suoi progetti: www.novasmarthome.com 


         

domenica 12 novembre 2017

Olanda: la prima pista ciclabile con carta igienica riciclata

L’Olanda è un Paese amante delle due ruote e questo è testimoniato anche dai circa 35000 chilometri di piste ciclabili su cui la popolazione circola ogni giorno.

In Frisia, una provincia situata a nord del Paese, da circa un anno esiste un chilometro di strada molto particolare. Il suo capoluogo Leeuwarden è infatti collegato alla cittadina di Stiens mediante un tratto di pista ciclabile realizzato anche con la carta igienica riciclata (primo caso al mondo).
È certamente curioso e molto strano immaginare di pedalare su qualcosa ottenuto dalle fognature, eppure l’Olanda è riuscita a farlo e con ottimi risultati.

La cellulosa, di cui è composta la carta igienica, è molto utile a livello industriale.
Per recuperarla occorre un particolare impianto che filtra le fibre della carta dalle acque di scarto, le pulisce, le sterilizza e le asciuga.
Il risultato è un materiale morbido che viene aggiunto all'OGFC (Open-Graded Friction Course), un tipo di asfalto poroso e permeabile all’acqua.
Il composto ottenuto permette, in caso di pioggia, di assorbire più rapidamente l’acqua dalla superficie stradale, limitando il problema della scivolosità.

L’asfalto che ricopre quel chilometro di pista risulta del tutto simile a quello usato negli altri tratti, i ciclisti affermano di non notare differenze, e a distanza di un anno la tenuta è ottima.

Attualmente si sta ragionando su altri eventuali impieghi per questo tipo di cellulosa, oltre naturalmente alla concreta possibilità di usarla per asfaltare nuovi tratti stradali.

               

lunedì 6 novembre 2017

Parigi: stop auto a benzina dal 2030


Parigi, la Tour Eiffel avvolta dallo smog
Smog. Tour Eiffel, Parigi


Pochi mesi fa, il governo francese ha annunciato il divieto di vendita di auto alimentate a benzina e a gasolio entro il 2040. (Francia: il piano per ridurre l’inquinamento atmosferico)

Parigi ha scelto di accelerare i tempi anticipando la svolta verso una mobilità più sostenibile di un decennio. Al momento, non si tratta di un vero e proprio divieto, ma di un traguardo che l’amministrazione parigina crede fermamente di poter raggiungere entro il 2030.
L’idea di Anne Hidalgo, sindaco della capitale francese, è addirittura di bandire le auto diesel prima dei Giochi Olimpici del 2024.

La decisione di affrettare l’addio alle auto a benzina e a gasolio è dovuta alla salute dei cittadini.
Questo è un problema che ormai riguarda ogni parte del globo. I livelli di inquinamento atmosferico e di polveri sottili peggiorano sempre più, provocando disturbi che vanno dal bruciore di occhi e gola a patologie ben più gravi, che colpiscono fin dalla giovane età. Sempre più diffusi sono i casi di asma anche tra i bambini e le malattie respiratorie.
Le stime dei decessi nei vari Paesi dovuti all’inquinamento sono ogni anno più alte e allarmanti. 
Molte città e intere Nazioni stanno cercando di porre un freno all’attuale situazione indirizzando le proprie politiche verso soluzioni più ecologiche e rispettose di quell’ambiente che stiamo distruggendo, con conseguenze spaventose non solo per la Terra ma anche per noi stessi, per ogni singolo individuo.

L’amministrazione parigina si è prefissata come obiettivo la riduzione dei gas serra in tempi relativamente veloci e per questo alcune aree della città sono state pedonalizzate, vietando così la circolazione dei veicoli; sono state istituite giornate ecologiche (senza auto) e sono previste sanzioni per chi guida mezzi di oltre vent’anni. Inoltre, Anne Hidalgo ha intenzione di sviluppare ulteriormente i servizi di mobilità pubblica e di bike e car sharing.
A tutto questo si aggiunge il nuovo progetto, che prevede appunto di dire basta ai veicoli a benzina e a gasolio entro il 2030 e di vietare la circolazione dei diesel già nel 2024, anno in cui Parigi ospiterà le Olimpiadi estive.
La questione inquinamento incombe e la città non può e non vuole più aspettare.

     


lunedì 30 ottobre 2017

Il ritorno del “vuoto a rendere” in Italia


Bottiglie vuote per vuoto a rendere


In alcuni Paesi è una pratica molto diffusa e un tempo anche in Italia veniva usato questo sistema.
Il 10 ottobre, dopo anni di attesa (una proposta di legge era stata presentata già nel lontano 2009), è entrato in vigore il provvedimento che decreta il ritorno in Italia del “vuoto a rendere”.

Come funziona: al momento dell’acquisto, il consumatore paga una cauzione compresa tra i 5 e i 30 centesimi, in base al volume della confezione. Gli imballaggi vuoti possono essere riconsegnati in cambio della restituzione della cauzione versata.

Il provvedimento riguarda i contenitori di birra e acqua di volume compreso tra 0,20 e 1,5 litri e non comporta aumenti dei prezzi per il consumatore.
È prevista una fase sperimentale su base volontaria di un anno.  
Gli esercenti che scelgono di aderire all’iniziativa espongono un simbolo all’ingresso dei propri locali.

L’obiettivo è di informare e sensibilizzare i consumatori e i commercianti sull’importanza del riutilizzo di imballaggi monouso, con la conseguente riduzione della produzione di rifiuti e dell' inquinamento. Ogni contenitore potrà essere riutilizzato fino a dieci volte, prima di essere smaltito in maniera definitiva.
Il periodo di sperimentazione servirà per valutare se confermare questo tipo di sistema e anche per capire se può essere esteso ad altri generi di prodotto.


     

lunedì 23 ottobre 2017

Solo due pulcini sopravvissuti in una colonia di pinguini

Pinguino nel suo habitat naturale


Pochi giorni dopo la moria di ippopotami in Africa (Oltre 100 ippopotami morti nel Bwabwata National Park), il mondo animale ha subito nuove grandi perdite: in una colonia composta da circa 18000 coppie di pinguini solo due pulcini sono riusciti a sopravvivere.

L’episodio si è verificato in Antartide. I ricercatori hanno spiegato che il ghiaccio marino quest’anno si è esteso in modo insolito, con una quantità molto superiore alla media, e questo ha costretto i pinguini a compiere viaggi più lunghi per cercare il cibo con cui nutrire i propri piccoli, che hanno atteso in balia del freddo, delle piogge e della fame.
Una situazione analoga si era verificata nel 2013 e in quel caso nessun pulcino si era salvato.  

Pinguini sul ghiaccio


La zona è da tempo minacciata dai cambiamenti climatici-ambientali, ai quali si aggiunge una possibile apertura alla pesca; per questo il WWF chiede l’istituzione di un’area marina protetta, allo scopo di prevenire ulteriori rischi e cercare di salvaguardare la fauna del luogo.


            

martedì 17 ottobre 2017

Oltre 100 ippopotami morti nel Bwabwata National Park

Ippopotamo con il suo cucciolo


Pochi giorni fa, immagini impressionanti sono giunte dal Bwabwata National Park: nell’area, situata nel nord-est della Namibia e vasta più di 6000 chilometri quadrati, sono stati trovati oltre 100 ippopotami morti, con i corpi riversi nell’acqua bassa del fiume e le zampe rigide e tese nell’aria.

Sono in corso accertamenti, ma la probabile causa di questi decessi è l’antrace.
Le autorità locali hanno caldamente invitato la popolazione a non mangiare la carne di questi animali e a non entrarci neanche in contatto.
Il batterio dell’antrace solitamente colpisce gli animali erbivori, ma può essere molto pericoloso e letale anche per l’uomo.

Non è la prima volta che si verifica una situazione del genere in Africa: nel 2004 e nel 2010 in Uganda sono morti numerosi animali dopo aver bevuto acqua contaminata dall’antrace.