mercoledì 28 giugno 2017

Portland: Framework, l’edificio in legno più alto deli USA

A Portland, in Oregon, verrà realizzato l’edificio con una struttura in legno più alto degli Stati Uniti d’America.
Framework, così è stato denominato il palazzo, sarà alto 12 piani, che si svilupperanno in circa 40 metri di altezza.
Al suo interno sorgeranno circa 60 appartamenti, uffici e negozi. Al pian terreno sarà inoltre presente uno spazio accessibile a tutti dedicato al legno, comprendente una mostra permanente.

Ad occuparsi della realizzazione della struttura è lo studio Lever Architecture.
Il progetto è stato uno dei due vincitori del U.S. Tall Wood Building Prize Competition e, in quanto tale, ha avuto diritto a ricevere 1,5 milioni di dollari.
Il permesso per la costruzione dell’edificio è stato rilasciato dopo un’attenta valutazione, tramite vari test, della struttura, dell’acustica, della resistenza in caso di incendio o di terremoto.
I lavori dovrebbero iniziare in autunno e terminare nel corso del 2018. 

  

lunedì 19 giugno 2017

Messico: arriva il piano per salvare la vaquita dall’estinzione


Due esemplari di vaquita


La vaquita è una piccola focena che vive nel Golfo della California.
Ogni anno, vari esemplari muoiono intrappolati nelle reti da pesca gettate in acqua illegalmente per catturare i totoaba, pesci protagonisti del mercato nero asiatico a causa di alcune presunte proprietà medicinali.

Fino ad un paio di anni fa, si contavano quasi cento esemplari di vaquita; attualmente il numero è sceso a 30 e il pericolo di estinzione diventa sempre più reale, se non si fa qualcosa in proposito.

A preoccuparsi della sopravvivenza di questi piccoli cetacei c’è anche Leonardo DiCaprio. Il famoso attore e ambientalista a inizio giugno ha incontrato il Presidente del Messico, Enrique Peña Nieto, per discutere delle possibili soluzioni al problema, ottenendo la firma di un accordo, il Memorandum of Understanding (MOU).

Il piano prevede la collaborazione tra il Governo messicano, le comunità locali, il sostegno della Leonardo DiCaprio Foundation e della Fundación Carlos Slim, al fine di garantire la protezione dell’ecosistema marino nel Golfo della California dallo sfruttamento eccessivo della pesca.

Un importante obiettivo previsto dal MOU è quello di combattere il più efficacemente possibile le attività di pesca illegali.
In alcune zone verrà vietata la pesca notturna.
Un’altra svolta fondamentale consiste nel rendere il divieto temporaneo dell’uso del tramaglio permanente. Il tramaglio è un tipo di rete da posta fissa: si tratta di una rete da pesca molto lunga, disposta in verticale, che viene lasciata in acqua affinché le prede ne restino intrappolate.
Inoltre, il MOU prevede l’impegno a lavorare a nuovi progetti per promuovere l’adozione di sistemi di pesca più sostenibili presso le comunità locali.

Questo accordo rappresenta un passo avanti per la difesa dell’ambiente marino e per la salvaguardia di una specie ormai in via di estinzione. A questo si aggiunge la speranza di fermare o perlomeno ridurre considerevolmente le attività illegali che devastano i fondali del nostro bellissimo pianeta.       




     

martedì 13 giugno 2017

Ciclovia Tirrenica: da Ventimiglia a Roma in bicicletta


Biciclette al tramonto vista mare


In Italia, negli ultimi anni, sta prendendo sempre più piede lo sviluppo della mobilità e del turismo ciclabile.
Uno dei progetti a cui si sta lavorando è la Ciclovia Tirrenica, che dovrebbe collegare Ventimiglia a Roma mediante un’unica pista ciclabile.

Il tracciato sarà lungo circa 1200 km e coinvolgerà tre Regioni (Liguria, Toscana e Lazio), che hanno già firmato il Protocollo d’Intesa per poter usufruire dei finanziamenti stanziati dal Governo per la realizzazione di ciclovie di interesse nazionale e per richiedere e accedere anche ai fondi dell’Unione Europea.
Circa la metà dei chilometri previsti sono già percorribili, quindi bisogna lavorare per sistemare e completare l’opera e si spera di riuscire a farlo entro il 2020. 

Il progetto è di grande valore: attraverserà numerosi luoghi stupendi dal punto di vista paesaggistico, al quale si aggiunge un rilevante contributo culturale e archeologico, includendo quindi tutte le caratteristiche tipiche che rendono il nostro Paese famoso nel mondo.
Si potranno ammirare coste, lungomare, piccoli borghi caratteristici, aree naturali protette, siti archeologici, città d’arte...

Il cicloturismo è un modello in rapida ascesa, molto diffuso negli altri Paesi e sempre più apprezzato e richiesto anche in Italia.
La sua importanza e il suo impatto a livello economico e, ancor di più, a livello ambientale sono notevoli e non possono far altro che giovare al nostro territorio.         


sabato 3 giugno 2017

Henderson Island: da paradiso a luogo più inquinato al mondo

Quando pensiamo a isolette sperdute, non abitate dall’uomo, ci vengono subito in mente immagini di posti da sogno, incontaminati, popolati da flora e fauna variegati... dei veri e propri paradisi terrestri.
Una volta era davvero così, ma oggigiorno dobbiamo fare i conti con la triste realtà: l’uomo è riuscito a rovinare anche luoghi lontani e impensabili.

Viene prodotta sempre più plastica nel mondo, che spesso non viene smaltita in maniera appropriata e quindi finisce a galleggiare tra le onde dei mari e degli oceani, provocando gravi danni all’ambiente marino, fino a giungere su qualche riva in cui depositarsi per decine e decine di anni, non essendo biodegradabile.
      
Plastica giunta a riva

Henderson Island è situata nell’Oceano Pacifico del sud e fa parte delle Isole Pitcairn. Questo piccolo paradiso, disabitato dall’uomo ma ricco di flora e fauna con specie native del luogo, dal 1988 è nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.

Purtroppo, con il passare degli anni, questo posto rigoglioso e incontaminato si è trasformato in un vero e proprio cimitero dei rifiuti.
Una ricerca conclusa da poco ha rivelato dati incredibili: sull’isola sono presenti quasi 38 milioni di detriti di plastica, per un peso di circa 17.6 tonnellate. Questa costituisce la più alta densità di rifiuti registrata al mondo, che si accumulano in quel luogo anche a causa delle correnti.

Oltre al desolante degrado e all’inquinamento ambientale, bisogna pensare ai pericoli che ogni giorno corrono gli animali: le tartarughe spesso restano intrappolate nelle reti da pesca e in altri oggetti, i granchi costruiscono la propria casa in contenitori di plastica, e molti animali ingeriscono piccoli pezzi che, ovviamente, nuocciono alla loro salute e in alcuni casi portano al soffocamento.

Sembra impossibile che una situazione del genere si presenti in un’isola così lontana dagli insediamenti umani e questo dovrebbe far riflettere e spingere tutti ad agire, prima che sia troppo tardi.  

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica statunitense Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, anche nota come PNAS (www.pnas.org).