L’orso grizzly
di Yellowstone non è più considerato
un animale a rischio di estinzione.
Negli
ultimi 40 anni il numero degli esemplari nella riserva è cresciuto da 136 a circa
700 e questo, secondo la United States
Fish and Wildlife Service (FWS),
è sufficiente per togliere l’animale dall’Endangered
Species Act (ESA).
Quest’ultima
è la lista delle specie protette creata nel 1973 ed è gestita da due agenzie
del governo federale degli USA: United
States Fish and Wildlife Service e National
Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
In
teoria questa sarebbe una buona notizia, il problema è che, non godendo più
della protezione federale, l’orso grizzly
sarà tutelato solo all’interno della riserva, mentre al di fuori di essa potrà
essere nuovamente soggetto alla caccia, a seconda delle leggi dei singoli Stati
in cui si estende lo Yellowstone National
Park (Wyoming, Idaho e Montana).
Di
conseguenza, al temporaneamente scongiurato pericolo di estinzione si
sovrappone una nuova incertezza per il futuro di questa specie.
All’inizio
la situazione verrà monitorata per controllare che il numero degli esemplari
non scenda sotto i 600.
Nel
XIX secolo, in America, i grizzly erano più di 50000, ma anni e anni di caccia
sfrenata hanno decimato la popolazione.
I
700 esemplari di Yellowstone sembrano
davvero un numero così elevato da permettere di nuovo che vengano
cacciati?
Gruppi di ambientalisti e
tribù di Nativi Americani sono pronti a scendere in campo per opporsi
all’attuazione di questo provvedimento, che, per ora, riguarda esclusivamente
l’orso grizzly di Yellowstone,
ma si teme che presto verranno depennati dalla lista anche i grizzly presenti
negli altri Stati.